Cisterna Romana
Sulla cisterna nel 999 Ottone III fece erigere una chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, San Benedetto e Sant'Adalberto, detto poi semplicemente Sant'Angelo: "cisterna cum ecclesia desuper ipsam posita qui vocatur sancto Angelo". Della chiesa e del piccolo monastero che vi era emesso non restano tracce e devono essere già scomparsi nel XVI sec. Oggi vi si appoggia una piazzola. |
S.ANGELO "supra cisternam"
La prima notizia della chiesa è dell’11 agosto 999. Citata da varie fonti, purtroppo della chiesa e del monastero non rimane più nulla, ma ci resta la cisterna antica. E’ una cisterna a pianta rettangolare, le cui dimensioni interne sono di m. 2,98 (10 piedi romani) x m. 17 circa; lo spessore dei muri è di 60 cm (2 piedi romani). E’ coperta da una volta a botte; la sua profondità non è apprezzabile perché internamente è interrata e in parte piena d’acqua; esternamente sono in vista solo le pareti sud ed ovest (anche queste in parte interrate), mentre le altre pareti sono addossate al terreno che, forse, fu tagliato in parte per permettere la realizzazione della cisterna così regolare.
La cisterna è interamente costruita in opera cementizia con cementa in blocchetti calcarei; all’esterno si possono ancora notare tracce del paramento in opus reticulatum. All’interno non è visibile alcuna traccia di rivestimento, tranne alcuni tratti d’intonaco sulla volta, con impronta delle travi di centina. Un’apertura (del diametro di circa 1 m.) quasi al centro della volta (ora tamponata) dovette essere la bocca cui si attingeva l’acqua. A circa 10 metri ad est della cisterna sorge un edificio al cui esterno un moderno intonaco ha lasciato visibili ampie specchiature di opus reticulatum con blocchetti in pietra calcarea molto irregolari. L’edificio è a pianta rettangolare e l’altezza originaria non è verificabile causa le superfetazioni moderne.
Il piano inferiore, oggi adibito a cantina, internamente conserva in vista tratti delle pareti originarie, in opus mixtum, con specchiature in reticulatum alte circa 55 cm (circa 2 piedi romani) e ricorsi in laterizio (3 filari per un’altezza di 16 cm.); è inoltre conservato il pavimento in cocciopisto. Si tratta probabilmente di uno degli edifici di cui parlano le fonti: "cisterna antiqua ... cum omnibus suis edificiis infra se et super se abente". Le fonti non sembrano lasciare dubbi sul fatto che la chiesa venisse costruita proprio sulla cisterna: "quae suprascripta cisterna mamibus nostris elevata ... cisterna cum ecclesia desuper ipsam posita". Le pareti della cisterna furono dunque prolungate in altezza, "elevate" per realizzare la chiesa al di sopra di essa.
Non possiamo dire altro in proposito poiché non resta nulla della chiesa e, sulla cisterna, è stato costruito di recente un piccolo piazzale. Dovrebbe appartenere alla chiesa di S. Angelo un rocchio di colonna, che ora si trova all’interno della cisterna, tra detriti ed acqua. Come già osservato, è la cisterna, più che la chiesa, il fatto centrale della zona: quando si specificano i confini, questi non si riferiscono alla chiesa, ma sempre alla cisterna. Una spiegazione sul motivo della costruzione della chiesa dei SS. Michele Arcangelo, Benedetto e Adalberto su una cisterna, ci viene proposta da Petr Ovecka, il quale sottolinea il fatto che le prime chiese dedicate a S. Adalberto sembra che sorgessero su pozzi. Questa consuetudine di unire il culto ai pozzi e, qui, ad una cisterna, potrebbe ricollegarsi al martirio stesso del santo, il quale fu gettato nel fiume Vistola, divenendo così protettore delle acque.