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'LA STORIA'

 

Già dal II secolo a.C. Affile era un centro abitato ben individuato, con un territorio regolarmente diviso in appezzamenti agricoli. Le tracce dell'abitato romano sono ancora parzialmente visibili, sebbene molte siano andate distrutte anche recentemente ed altre non siano conservate con la necessaria cura.

La famosa cisterna detta cicerara ed alcuni muri in opera reticolata furono riutilizzati nel medioevo e ciò contribuì a conservarli. Erano tempi di relativa pace in questa zona vicina a Roma, allora centro del potere, e si privilegiavano gli insediamenti di pianura; non vi era ancora la necessità di insediamenti fortificati ed arroccati, che divennero la caratteristica del paesaggio intorno all'anno mille.

Ad età romana risale il nome di Affile, ma ampie dissertazioni compiute da numerosi eruditi sull'etimologia del nome non hanno portato a nessun risultato concreto.

Del periodo che va dal VI al IX secolo non si hanno molte notizie: è certo che nel IX secolo vi fu un'incursione dei Saraceni nella zona dei monasteri che dovette danneggiare tutta la regione circostante.

Il X secolo fu un periodo di grande risveglio economico ed espansione demografica ed agricola. Molte pergamene di quei tempi ci parlano di fondi e casali in cui i coloni erano dediti d attività agricole varie, come la cura dei vigneti, oliveti e frutteti.

Verso il 950 Affile era una colonia, cioè una zona di intenso sviluppo agricolo, con case coloniche facenti capo al villaggio sorto sull'area del centro romano, con l'antica chiesa di S. Pietro.

Lo sviluppo della zona è contrassegnato, tra l'altro, da nuove importanti fondazioni come quella di una nuova chiesa con monastero, iniziata nel 999 su interessamento personale dell'imperatore Ottone III di Sassonia.

La nuova chiesa, edificata sulla cisterna romana di Affile e nota come S. Angelo supra cisternam, era dedicata a S. Michele Arcangelo, a S. Benedetto e S. Adalberto; per la costruzione di tale chiesa fu scelta quella che era probabilmente la conserva d'acqua più grande e monumentale allora esistente nella zona e, per di più, ancora in funzione.

L'aspetto più notevole di questa scelta appare proprio il senso pratico dimostrato dagli antichi costruttori nell'individuare il luogo che offriva non solo l'acqua necessaria al culto, ma anche solide mura romane da sfruttare come fondamenta (che sono ancora in piedi) e la possibilità di riutilizzare colonne romane, reperibili nelle vicinanze.

Anche la chiesa di S. Maria di Affile era stata costruita prima del 1000, riutilizzando parzialmente antiche strutture romane; questa era la parrocchia della zona e dipendeva dal vescovo di Palestrina.

Un elemento fondamentale nella storia medioevale è costituito dai castelli.

Il castello di Affile, documentato a partire dal 1013 e fondato probabilmente per iniziativa di un signore laico, nacque indipendentemente dal centro abitato preesistente che, con le sue chiese, restò al di fuori delle mura.

Un pittore duecentesco ci ha lasciato un'immagine di Affile dove in primo piano ha rappresentato la chiesetta di S. Pietro e le case del villaggio e, sullo sfondo, separato, il castello con le due torri.

Nel 1084 signore di Affile era Ildemondo, capostipite della famiglia del futuro papa Alessandro IV.

Nel 1109 il papa in persona, Pasquale II, venne a sottrarre Affile dalle mani di Ildemondo per consegnare il castello all'abate in cambio di una somma di denaro.

Il racconto della presa del castello riportatoci dai cronisti medioevali è molto drammatico: al sopraggiungere del grande esercito guidato dal papa e dall'abate, Ildemondo, che si trovava ad Affile, preferì rifugiarsi con la sua famiglia nella vicina Ponza (ora Arcinazzo Romano) che offriva maggiori garanzie di sicurezza.

Partito il suo signore, Affile, dopo un breve combattimento sotto le mura, si arrese: l'abate, che in un primo momento aveva deciso di distruggerne le mura, rinunciò al proposito rispettando gli abitanti ed i loro beni, anche perché a quel tempo le case stesse erano appoggiate alle mura di cinta, e quindi non si potevano distruggere le mura senza distruggere in buona parte anche l'abitato e questo, sicuramente, non conveniva all'abate.

Ildemondo riuscì ugualmente a conservare il suo potere e, nonostante la resa di fronte al papa e all'abate, ottenne il feudo dall'abate sia del castello di Affile che di quello di Ponza. La potenza della famiglia di Ildemondo crebbe con i suoi discendenti, contro i quali gli abati dovettero lottare aspramente per riprendere il controllo di Affile.

Solo dal 1176 il castello divenne concreto possesso dell'Abbazia e con l'affermarsi del potere abbaziale presero vita nuove forme nell'organizzazione dei centri abitati e del loro territorio. Dell'attività edilizia medievale restano alcune tracce di varie epoche come la torre di Affile e la chiesa di S. Maria che risalgono al XIII secolo. La comunità si riuniva nella piazza di fronte alla chiesa di S. Felicita; questa costituiva il centro politico, sociale e religioso e come tale era il luogo d'incontro della gente, allora come oggi.

 
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